Zebra Crossing è una webzine creata dalla rubrica omonima su Sentieri Selvaggi.
Il titolo Zebra Crossing si deve intendere proprio per le strisce pedonali dette alla maniera anglosassone.
Si usa la metafora delle strisce pedonali per significare l’attraversamento umano delle trafficate traiettorie digitali del contemporaneo, attraversamento cocciuto, che prende tempo per capire, forte del diritto di non venire investiti e di far anzi rallentare il traffico per meglio comprenderlo.
Zebra Crossing si occupa di Post Cinema.
Intendiamo il Post Cinema come un fenomeno, oggi quotidiano, di derivazione dal Cinema; fenomeno nel senso sia di atteggiamento dello spettatore, che nel senso di oggetto artistico.
Il Post Cinema nasce forse timidamente negli anni 90, ma si sviluppa certamente con l’inizio del 21° secolo. Infatti da inizio secolo il Cinema, per come è stato inteso durante il secolo precedente, perde sempre più terreno nei confronti di nuove pratiche che ne derivano totalmente.
Non si tratta solo di quelle serie tv prodotte con la stessa attenzione del Cinema (si pensi anche solo ai Sopranos) ma anche dei prodotti per il web che, sempre più potente, inizia a essere concorrenza reale nella cattura degli occhi dello spettatore.
Se da un lato viene ancora più a darsi la crisi della sala, dall’altro la proliferazione degli schermi dall’avvento dello smartphone (soprattutto dopo il successo di iPhone nel 2007) porta alla produzione di più contenuti audiovisivi.
Questi però comportano sempre la creazione di linguaggi audiovisivi che, se anche derivano dal linguaggio del Cinema, se ne distanziano.
Pratiche esterne al Cinema come il design, la moda, la video arte iniziano ad esprimersi sempre di più e sempre più facilmente tramite codici cinematografici, rimandi cinematografici e intuizioni cinematografiche. Il Cinema è sempre più il canone linguistico da cui ci si può lanciare, e a cui si può sempre tornare. Il Cinema diventa quindi un vero atteggiamento filosofico con cui guardare il mondo.
Questa espansione del Cinema fuori dalle sale e su tutti gli schermi di qualunque tipo (anche insospettabile) noi di Zebra Crossing la definiamo sinteticamente Post Cinema.
Zebra Crossing si occupa quindi di quelle pratiche artistiche e commerciali che usano il Cinema come linguaggio per dirsi al pubblico (consapevolmente o no).
Come anche della fruizione dello spettatore che inconsciamente oggi si appoggia su di un secolo di Cinema prima di lui.
Le pratiche indagate sono:
– la realtà virtuale e la realtà aumentata
– l’intelligenza artificiale e i sistemi vocali
– alcune realtà di architettura contemporanea
– il design
– l’arte contemporanea
– i videogames
– l’algoritmo dei grandi sistemi digitali
– la serialità e le piattaforme web
– alcune realtà di musica contemporanea
– le culture digitali
– l’internet delle cose
Presente come rubrica su Sentieri Selvaggi dal 2018 Zebra Crossing ha già parlato di Post Cinema in varie puntate mensili, analizzando il design nel cinema, la pratica di riutilizzo e rimescolamento delle immagini, l’uso del cellulare per fare cinema, la videofilia degli oggetti animati (riflessione post mortem riguardo Stephen Hawking), il Salone del Mobile e il Fuorisalone visti e analizzati come veri festival cinematografici, il rapporto col cinema della Biennale di Architettura, la figura del digital guru Daito Manabe e il suo rapporto con la realtà, il rapporto tra moda e cinema, la serialità e le piattaforme come nuovi ambienti cinematografici, il jazz d’avanguardia come punta della sperimentazione per l’immaginario postcinematografico, la figura del pittore Duggie Fields e il suo rapporto con la metropoli solo per citarne alcuni.
Buon lento attraversamento sulle strisce.